22 Set

XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37

Il tema di questa domenica è ancora la sofferenza e la croce.

Gesù ripete infatti l’annuncio della sua Pasqua, già formulato in precedenza, e dovrà ripeterlo ancora: quanto viene ripetuto è importante, ma è anche ciò che si fatica a capire.

Lo scandalo che la comunità cristiana deve accettare e annunciare è un Messia apparentemente impotente di fronte ai suoi oppositori, che proclama con fermezza che la volontà del Padre passa attraverso la croce e il dono di sè.

L’annuncio della passione coglie ancora una volta impreparati i discepoli, preoccupati invece di ottenere i primi posti.

Gesù inizia il grande viaggio verso Gerusalemme, dove si compirà il disegno divino attraverso la sua morte e risurrezione.

Marco mette in grande evidenza la fatica e la durezza di cuore dei discepoli nel recepire la logica della croce. La loro reazione di fronte all’annuncio della passione è di incomprensione e paura (v.32), le parole del maestro sono così grandi e inafferrabili da provocare in loro un brivido di terrore simile a quello che provarono in occasione della tempesta sedata (cfr.4,4ss.).

Nel dialogo che segue (vv.33-37) si manifesta ancora di più il motivo di tale reazione. Gesù, rientrato a Cafarnao, interroga i discepoli sul contenuto del loro discutere lungo la via, mentre lui parlava loro della sua morte. Nel loro silenzio va letta l’ammissione della loro colpa e lontananza da tale prospettiva, e di qui nasce l’insegnamento di Gesù. Il momento solenne è sottolineato dal ‘mettersi a sedere’ e dal radunare attorno a sé i discepoli, atteggiamenti tipici del maestro che deve dare insegnamenti importanti: colui che vuole essere il primo sia il servo di tutti.

I discepoli, se desiderano essere i primi nel Regno, devono assumere questa logica che altro non è che la logica della croce, del dono di sé.

L’immagine del bambino accolto serve a rafforzare l’insegnamento impartito da Gesù: in esso dobbiamo vedere il simbolo di chi è indifeso, esposto ad ogni pericolo e dunque bisognoso dell’aiuto altrui. Gesù sembra voler dire: voi aspirate al primo posto, ma chi mi appartiene deve apprezzare tutto ciò che appare piccolo e di poco conto.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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