
III Domenica Di Quaresima – Anno C
Lc. 13, 1-9
Il nostro brano si articola in due parti: l’esortazione a leggere gli avvenimenti della storia (vv.1-5), la parabola del fico nella vigna (vv.6-9). Visto dalla parte dell’uomo è l’urgenza di convertirsi, visto dalla parte di Dio è la sua impaziente pazienza nei confronti dell’uomo.
L’episodio narrato nei versetti 4-5 è dovuto a una disgrazia naturale (sembra di leggere una pagina dei nostri quotidiani!). Questo fatto di cronaca è provocatorio. Non si tratta di una divisione tra bene e male, giusti e ingiusti, buoni e cattivi, ma di un fatto tragico in cui le eventuali colpe finiscono sullo sfondo di fronte al dramma dei 18 morti. La storia è purtroppo coltellata da eventi simili, ma dove sta e dalla parte di chi sta Dio? E ancora: perché è accaduta una cosa simili? Perché proprio a loro, perché in quel momento?
Le parole di Gesù invitano a leggere la cronaca come ‘luogo teologico’ e a decifrare i segni della storia come un continuo appello alla conversione, che significa cambiare radicalmente modo e criteri di pensare e agire, significa fare un’ ‘inversione di marcia’. Convertirsi non è aggiungere devozioni, è cambiare il senso della vita. Dio ci chiede di cambiare l’idea che abbiamo di Lui, e di scoprire il suo vero volto, che è volto di amore e di misericordia.
E’ da notare che Gesù non dà risposta al ‘perché della disgrazie: il male e la sofferenza restano un mistero, e spazza via l’opinione comune che quelle disgrazie siano il segno del castigo divino che colpisce i peccatori, e spiazza l’autocompiacimento di chi si crede giusto per il fatto di restare in vita; quegli uomini infatti non sono morti perché erano più colpevoli o peccatori degli altri (vv.2-4); anzi, chi rimane vittima è visto con favore da Dio proprio per la sofferenza che subisce.
In tutto questo c’è una lezione da cogliere anche per noi: riguarda la fragilità della nostra esistenza e i pericoli che incombono su di essa: Ecco l’invito alla vigilanza così frequente da parte di Gesù.
La parabola del fico nella vigna ripropone velatamente l’esperienza di Israele per la chiesa di ogni tempo. Luca lascia aperta positivamente la possibilità della penitenza e della conversione: tocca a ciascuno riconoscere l’ ‘oggi’ della salvezza e pentirsi per non essere tagliato fuori dalla vita.