III Domenica del Tempo Ordinario Anno C
Il testo che Gesù commenta nella sinagoga di Nazaret è un brano del profeta Isaia che promette un inviato di Dio che porterà il lieto annuncio ai poveri, un annuncio di liberazione. Egli afferma che quanto aveva annunciato il profeta ora si compie in lui.
Troveremo l’oggi della liberazione, l’oggi di Gesù molte volte nel vangelo di Luca a indicare la salvezza destinata a tutta l’umanità.
Nei primi versetti del nostro brano l’evangelista ci presenta il metodo, le intenzioni e le finalità della sua ricerca.
Luca è convinto che la fede cristiana si fonda sull’ ‘evento’ straordinario che si è verificato nel tempo. Egli intende comunicare ai suoi lettori non solo una vicenda conclusa, ma un avvenimento ancora operante: si tratta di fatti accaduti ‘in mezzo a noi’, ed ancora efficaci nel loro compiersi.
Unita a questo prologo ci viene presentata l’omelia tenuta da Gesù nella sinagoga di Nazaret, con la quale egli interpreta la sua missione come compimento delle Scritture, dando così un significato programmatico al suo impegno.
“Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito” (1,4). Con il riferimento allo Spirito Gesù vuol qualificare l’intera attività messianica di Gesù.
Durante la preghiera in sinagoga, a cui Gesù partecipava regolarmente, Gesù sceglie un brano del Terzo Isaia da commentare. Nel passo (Is. 61,1-2) un soggetto senza nome parla di sé come di un inviato del Signore, investito e consacrato dal suo Spirito a proclamare un anno di grazia (v.18).
Gesù offre del brano un’interpretazione messianica personale, l’inaugurazione dell’annuncio della salvezza. Egli si presenta come l’ultimo vero profeta, animato dallo Spirito santo e ricolmo della sua forza. E’ lui il ‘consacrato’ a favore di coloro che sono emarginati dalla vira civile.
La figura di Gesù interprete delle Scritture è cara a Luca: “oggi si è compiuta questa scrittura” (v.1). L’ ‘oggi’ ricorrerà varie volte nel terzo vangelo, a indicare la salvezza destinata a tutti e annunciata dall’angelo ai pastori, ai peccatori come Zaccheo, al ladrone crocifisso accanto a lui.
Un ‘oggi’ che è ancora vivo nell’attuale comunità dei credenti, nella Chiesa dei nostri giorni.