14 Gen

II Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Gv. 1,35-42

 Il tema della liturgia di oggi potrebbe essere: la domenica della vocazione.

Nel brano evangelico, attraverso il gioco e il rincorrersi dei verbi, sono tracciate alcune coordinate essenziali dell’itinerario di fede: ascoltare e vedere, andare, seguire, restare, cercare e trovare.

Tale percorso è insieme comunitario ed individuale.

Il Battista ha svolto egregiamente il suo ruolo indicando Gesù, apparentemente un uomo come tanti altri, come l’ Agnello di Dio. Ora sta rientrando nell’ombra, perché è apparsa la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli non prova invidia, anzi gode grandemente di essere stato scelto come ‘amico dello sposo’.

Il quadretto che segue è un capolavoro di psicologia e di teologia. E’ sempre Gesù che prende l’iniziativa e, accortosi di essere seguito dai due, si volge e il interroga: “Che cosa cercate?”. Sono le prima parole di Gesù che incontriamo nel quarto vangelo. Gesù non inizia il dialogo parlando di sé o del suo messaggio, ma facendo parlare i due, che precisano il campo del loro interesse: sono interessati non al ‘che cosa?’, ma al ‘chi?’. Non alle cose, ma ad una persona, quella del Maestro.

La risposta giunge proponendo l’offerta di un’esperienza diretta: “Venite e vedete”: è loro concessa l’opportunità di andare con Lui.

Un dato fondamentale della vocazione è ‘stare con Gesù’ per condividere la sua vita.

L’incontro con Gesù, se è autentico, apre alla comunicazione, spesso ad un vantaggioso contagio. La chiamata genera chiamata, come è accaduto ad Andrea che si fa portavoce presso suo fratello Simone: “Abbiamo trovato il Messia!” (v.41). Questo grido entusiasta segna l’approdo della ricerca.

Cristo va incontro a chi è in ricerca e gli fa il dono di se stesso.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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