09 Mar

I Domenica di Quaresima – Anno C

10 marzo 2019

Lc. 4, 1-13

“Gesù, pieno di Spirito santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni tentato dal diavolo….”

La prima domenica di Quaresima si apre sempre con il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto.

Nelle tentazioni si rivela l’autentica umanità di Cristo, che, in totale solidarietà con l’uomo (“ebbe fame” v.2), subisce tutte le prove attraverso cui il diavolo cerca di distoglierlo dalla sua unione e obbedienza al Padre.

Nella vittoria sulle tentazioni è anticipata anche la vittoria finale di Gesù nella risurrezione. Cristo inaugura così un cammino per ogni uomo, in cui nessuno potrà impedire che si manifesti il disegno di amore di Dio.

L’abbandono di Gesù nelle mani del Padre è la fonte della vera libertà, che consiste nel rifiutare di essere trattati in modo diverso da quello che si è.

All’inizio della sua missione, Cristo affronta faccia a faccia il male. Come Israele nel suo commino di libertà aveva dovuto soffrire la tentazione, e se non fosse stato per la misericordia di Dio sarebbe stato da essa travolto (cfr. Dt. 8,2), così Gesù, in cammino verso la Pasqua, vive questa prova, ma ne esce vittorioso.

Alla triplice forma di potere che gli viene offerta dal diavolo (sulle cose – il nutrimento, – sulla politica – il potere-, sulla religione –la spettacolarità-), egli oppone con autorevolezza divina la ‘gloria’ della sua obbedienza al Padre.

In Luca, rispetto a Matteo 4,1-11, le ultime due tentazioni sono invertite. Luca infatti, coerente col disegno del suo vangelo, mette come terza la tentazione ambientata a Gerusalemme. Sarà proprio qui che si svolgerà il dramma definitivo della salvezza.

Dobbiamo anche notare che il luogo della narrazione ha un carattere teologico, poiché:

– il deserto è il luogo tipico della tentazione, ma anche dell’incontro amoroso con Dio (Os.1-2),

– i quaranta giorni ricordano i 40 anni in cui Israele ha vagato nel deserto.

Dunque, neppure al Figlio di Dio è risparmiato l’inganno di satana, così come era avvenuto per Adamo ed Eva. E non si darà per vinto una volta per tutte. Luca infatti evidenzia che “il diavolo si allontanò da lui per ritornare al momento fissato”       (v.13) : si tratta della prova estrema della vera obbedienza al Padre al Getzemani (Lc.22,42: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà”).

Anche qui Gesù, nell’ascolto profondo del Padre, che lo porta ad una incondizionata obbedienza, vince la triplice provocazione del Maligno.

E’questo affidamento fiducioso che permette a Gesù di essere un Messia povero (che non è preda della voglia di possedere), un Messia disarmato (che non cede alla tentazione di asservire), un Messia disposto a soffrire (che non vuole stupire, ma offre fino in fondo il suo amore).

 

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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