Festa della Santa Famiglia – Anno C
Dal Vangelo secondo Luca, 2, 41-52
Saliti a Gerusalemme per la Pasqua Maria e Giuseppe vi dovranno tornare, finito il pellegrinaggio, per cercare il figlio che avevano smarrito. Questa ricerca che ha un felice esito ‘dopo tre giorni’ ci richiama un’altra ricerca e un’altra Pasqua, la Pasqua di risurrezione ‘al terzo giorno’ (Lc.24, 7.46), e come i discepoli di Emmaus lo riconosceranno quando spiegherà loro le Scritture, così Giuseppe e Maria lo trovano in ascolto dei maestri, e mentre li interroga sulle Scritture. Anche per noi esse sono il luogo in cui incontrarLo.
L’episodio del ritrovamento di Gesù nel Tempio si presta a due tipi di lettura. Una ci introduce nel mistero pasquale (il ritorno alla casa del Padre, identificata nel Tempio, i tre giorni dell’assenza, il verbo ‘devo’); l’altra, la più evidente, e sulla quale mi soffermo, ci permette di precisare il senso della missione di Gesù.
L’episodio ha il suo centro nella dichiarazione :”Devo occuparmi delle cose del Padre mio” (v.49). Gesù, rispondendo a sua Madre, spiega il significato della sua presenza nel tempio, tra i dottori della legge e “indica in che cosa consiste la sua vocazione, e cioè nel servizio di Dio che è il Padre suo, e non nello stare a disposizione della sua famiglia naturale” (Brown).
Letto in questa prospettiva, l’episodio che la liturgia ci presenta oggi, segna la rottura di Gesù con la sua famiglia. Anche se Egli fa ritorno a casa e si sottomette ai genitori, è chiaramente annunciato, anzi consumato qui, il suo distacco. Perché ‘le cose del Padre’ lo porteranno al dramma della croce: “Padre…allontana da me questo calice. Però, non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu…” (Mc.14,36).
Si vede come nell’episodio del ritrovamento al Tempio, con la riposta ‘scandalosa’ data a sua Madre, Gesù precisi già il significato della sua missione: realizzare la volontà del Padre.
Da questo episodio possiamo anche capire come una ‘sacra famiglia’ sia quella in cui si accetta di non capire tutto, ma di superare conflitti e incomprensioni grazie alla fede, che fa capaci di credere sempre, di amarsi sempre, malgrado delusioni e sofferenze.
Il mondo è stato salvato, l’opera della redenzione del mondo si è preparata lungo quei trent’anni in cui in una famiglia vi è stata pienezza di fede e di amore scambievole.