Carissima suor Chiara Annagrazia,
ho molto gradito il tuo dono e sono molto contento dell’amicizia che sento instaurarsi tra di noi. Mi hai detto che avrei potuto scriverti quando volevo ed ho colto subito l’occasione per farlo; mi hai anche detto che avrei potuto condividere con te il mio cammino spirituale, bene: è proprio di questo che vorrei parlarti. Nella scorsa lettera ti ho parlato in generale di me, di un mio lieve orientamento alla vita spirituale, ma oggi vorrei parlarti di me stesso, dei miei problemi di ogni giorno. Ne ho discusso anche con i sacerdoti in confessione, ma (senza nulla togliere a questo sacramento ed al sacerdozio) desidererei alcune parole da te, come un’amica, un’anima più vicina a Dio, qualcuno con cui consultarsi. Devi sapere che vi considero persone molto umili allo stesso tempo gioiose nella preghiera. Sai, piacerebbe anche a me, ma…Uno dei miei più grandi problemi è il non essere umile, il volermi sentire sempre il numero uno, al centro dell’attenzione. È vero che il Signore mi fa scoprire ogni giorno quanto io non lo sia e quanto splendide siano le persone accanto a me, ma come posso fare per cercare di migliorare la situazione, per essere più umile? Io ci sto provando, ma è difficile. È vero che non posso avere tutto subito, ma mi capita per piccole agitazioni o altro, di perdere per strada i buoni propositi fatti la mattina. So bene che una preghiera più frequente sarebbe un grande aiuto, ma è qui l’altro problema di cui ti devo parlare. Troppo spesso vedo il pregare come un compito o come qualcosa di pesante. L’altro giorno per esempio ho provato a pregare cantando perché mi piace molto farlo, ma vedo invece monotona la preghiera silenziosa. Perché? So che non è così, perché mi è capitato più volte di iniziare a pregare e poi di appassionarmi o addirittura di non voler smettere. È raro però, perché mi capita, con incredibile stupidità, di dimenticare quei momenti proprio quando ho il tempo per pregare e di trovare quindi difficile l’approccio al dialogo con Dio. Mi piace pensare di dover pregare, ma proprio quando mi accingo a farlo cambio idea. Così la preghiera è qualcosa di brutto. Come fate ogni giorno a riscoprire la gioia di pregare, quasi fosse il giorno della Prima Comunione? Sono sicuro che una preghiera più piacevole e continua sarebbe un toccasana per la mia anima. Ciò che vorrei sarebbe scoprire ogni giorno la preghiera e con essa il mio essere Cristiano, per non vivere tutto macchinosamente. Molte volte penso alla vita di tanti santi e come sarebbe bello vedere il mondo come l’hanno visto loro…ogni sorriso un battito in più per il cuore, ogni sguardo un raggio di luce per l’anima…ma poi mi perdo, mi faccio prendere dalla tentazione e dai doveri banalizzando una vita che potrebbe essere fantastica. Sai, una meravigliosa esperienza l’ho vissuta quest’estate, in cui la preghiera ha riempito di gioia la mia vita. Mi è capitato anche di rivivere quei momenti, ma troppo spesso solo in tempi di vacanza. Penso allora: ma si può essere felici solo in vacanza? Nella vita di tutti i giorni purtroppo il dovere o gli altri interessi coprono lo spirito. Certo in vacanza ho il tempo per pregare e divertirmi, ma quando devo fare il mio dovere il tempo libero deve essere diviso tra preghiera e divertimento, ed è proprio questo contrasto che rende la preghiera qualcosa di pesante. Il problema è che la mia vita non sarà mai una vacanza. È possibile allora essere felici facendo il proprio dovere e non solo quando facciamo ciò che ci piace? Certo, un esempio l’ho avuto ieri sera quando i vari sms al cellulare mi hanno impedito di vedere un film con mio padre: mi sono agitato, ma alla fine in un piccolo momento di riflessione sono stato contento di aver rinunciato a me per trovare Lui nei vari amici che mi cercavano. È un piccolo esempio, ma è stato difficile. Certo un combattimento così richiede tanta calma, e io ne ho poca. Come fare allora? Beh ora ti lascio, perché sicuramente leggere questa lettera ti avrà portato via molto tempo. Ti ringrazio comunque anticipatamente per avermi ascoltato. Un caro ed affettuoso saluto a te e alle tue sorelle. Grazie mille e ancora mille, Matteo.
N.B.1=Non farti problemi per la risposta. Quando avrai tempo e quando vorrai mi scriverai, senza precipitarti.
N.B.2=Forse ti sarai chiesta perché in penna metto solo la firma, Beh come puoi notare la mia scrittura è pessima, e così preferisco usare il computer, anche perché ti sarebbe quasi impossibile leggerla.