03 Set

XXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Dal Vangelo secondo Matteo 16, 21-27

“ Se qualcuno vuol venire dietro a me…”

“Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terso giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo:”Dio non voglia, Signore, questo non ti accadrà mai”….. Allora Gesù disse ai suoi discepoli:”Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua….”

 Siamo all’inizio della secondo parte del vangelo di Matteo: Gesù cominciò, dopo la professione di fede in lui da parte di Pietro, un secondo periodo di formazione dei suoi discepoli.

Matteo traccia anche un itinerario di fede in lui per i destinatari del suo tempo e della Chiesa di sempre.

Nel brano che la liturgia ci propone oggi sono ben distinte tre parti:

v.21: l’annuncio della passione.

vv.22-23: la reazione di Pietro

  1. 24-27: nuovo appello alla sequela di Gesù.

Andare a Gerusalemme per Gesù ‘era necessario’, era un atto di obbedienza al piano fissato dal Padre per lui.

Pietro reagisce immediatamente, con espressioni che sanno di rimprovero, ma anche di implorazione:” Questo non ti accadrà mai”, fa dire Matteo all’apostolo in alternativa la piano divino appena annunciato.

E Matteo ricorda che Gesù allontana da sé Pietro, perché sta per essergli ‘di scandalo?, oltre che avversario e tentatore (‘Satana’!).

Il vangelo che stiamo leggendo per conoscere il Signore e diventare suoi discepoli, ci sta regalando nelle ultime domeniche alcuni sguardi decisivi tra Gesù e Pietro. Forse Pietro cerca lo stesso sguardo intenso quando prende in disparte il Maestro, preoccupato per la sua sorte. Prima ancora delle parole è lo sguardo di Gesù a colpirlo è uno sguardo improvvisamente severo che dice a Pietro che è fuori strada.

A questo punto si precisa il nuovo appello alla sequela: l’appello è a seguirlo a Gerusalemme, dove lo attende un processo di condanna, che lo porterà alla morte, ma anche alla risurrezione.

Dunque non ci si perde seguendo Gesù sulla via di Gerusalemme, ma si entra in un progetto di salvezza autentica.

Seguire Cristo significa mettere la propria vita nella Sua, per amore.

Nelle motivazioni portate da Gesù (vv.25-26) per esortare i suoi a seguirlo verso Gerusalemme ricorre per quattro volte il termine ‘vita’: Gesù assicura che uno salva la sua vita se la perde “per causa di Cristo”, e che uno la parte invece , se pensa solo a “guadagnare il mondo intero”.

Il confronto è tra la ‘causa di Gesù’ e la ‘scelta dei beni’, tra salvare se stessi e farsi salvare da Dio in Cristo.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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