Avevo pensato per quest’anno ad un Natale diverso. So che ci siamo sempre divertiti gli altri anni, e che ci è sempre piaciuto scambiarci i regali sotto l’albero, tutti insieme, seduti sulle poltrone. Ho pensato, inizialmente, che questo nuovo modo di ricordare la nascita di Gesù avrebbe sminuito la nostra unione ed il nostro senso di felicità. Fosse possibile vi regalerei tutto ciò che possiede materia, ma mi sono fermato un attimo a riflettere sulla possibilità di regalare la vita a tanti bambini che la perdono ingiustamente per colpa delle guerre, delle malattie e del sottosviluppo in generale. Questo, ora, può sembrare un discorso da enciclopedia, da omelia o composto di frasi fatte, ma sono arrivato a 14 anni per capire che ogni piccola parte di quel profumo, di quell’abbigliamento, di questo o quell’altro gioco che avremmo voluto, è un aiutare chi non riceve aiuto dalla vita, o meglio, chi non lo riceve dagli uomini, avidi e crudeli, ma che può solo affidarsi a Dio. La fede non basta però; con questo non voglio dire che Dio non è abbastanza, piuttosto che gli uomini devono darsi da fare per non rovinare, anzi, per salvare ciò che Dio ha creato e che essi stessi stanno distruggendo. È facile, però, parlare di uomini in terza persona, parlare come se ciò non ci toccasse minimamente. So che c’è chi sbaglia di più e chi sbaglia di meno, secondo il giudizio umano, ma ciò non è lo stesso al cospetto di Dio; questo significa che non possiamo accomodarci solo perché siamo gente di Chiesa. Non voglio con questo dire che non facciamo niente, ma voglio spiegare il tutto con una semplice frase pronunciata circa 2000 anni fa da Gesù: <<a chi è stato dato tanto, tanto verrà chiesto>>. Conosco certamente le nostre capacità economiche e capite chiaramente che non è tanto importante la somma di denaro data in beneficenza.
La cosa più bella è il gesto: privarci di un bene superfluo per “dare la vita” a chi non ha neanche una casa. È d’obbligo a questo punto ringraziare il Signore per tutto ciò che ci ha dato: una bellissima famiglia, una casa accogliente, calda e piena d’amore, LA FEDE e la vita. Aiutare gli altri non significa però che debba mancare quest’anno la felicità. Sono certamente sicuro di avervi trascinato, anche malvolentieri, a fare quest’offerta, ma sono convinto che tutti quanti, avendo ascoltato i motivi da me precedentemente posti a favore, siate concordi con me nell’affermare che è stato un bel modo di VIVERE diversamente il Natale.
Matteo Farina