04 Mar

I Domenica di Quaresima Anno C

Dal vangelo secondo Luca 4, 1-13:

Luca (come Matteo) ha strettamente collegato il racconto delle tentazione al Battesimo e al dono dello Spirito.

La 1^ tentazione(cfr. Deut.8,2-5), la tentazione dell’avere – nei confronti dei beni della terra-, (vv.3-4), dimostra che il Figlio non è colui che utilizza il potere di cui dispone come si utilizza un potere magico, per scopi egoistici.

La 2^ tentazione (cfr. Deut.6,13), tentazione del potere- nei confronti degli altri, (v.7) ci fa capire che la potenza di Gesù è sottomessa a Dio, unica fonte del Suo potere.

La 3^ tentazione(cfr. Deut. 6,16), dell’apparire quello che non si è- nei confronti di Dio (v.12), dimostra che il Figlio è colui che rifiuta di tentare il Signore e di esigere da Lui una protezione particolare.

Le tre tentazioni – o meglio i tre scontri- sono narrati secondo uno schema dipendente dal libro del Deuteronomio, ma dove Israele aveva conosciuto l’ignominia di soccombere, il Figlio trionfa.

E’ da notare inoltre che satana nelle tentazioni dimostra di essere un buon conoscitore delle Scritture. Assistiamo così a una specie di dibattito tra due interpreti della tradizione scritturistica, uno diabolico, l’altro giusto.

Al v.13 abbiamo l’indicazione che “il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”. Per Luca il tempo fissato è quello della passione (cfr. 22, 3. 53). Gesù è dunque presentato da Luca come colui che accetta tutte le conseguenze della sua obbedienza filiale, fino alla Passione.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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