XXVIII Domenica anno B
Mc. 10, 17-30
La professione di fede di Pietro divide in due parti il vangelo secondo Marco: se prima Gesù era impegnato ad annunciare la Buona Novella a tutti, ora, senza rinunciare ad istruire la folla, coagula il suo interesse sul gruppo dei Dodici che ha fatto la scelta di seguirlo.
La tematica della ricchezza è una specie di filo conduttore che rinsalda le diverse parti del nostro brano.
Ai vv. 17-22 abbiamo un inizio elettrizzante: una persona che corre incontro a Gesù e lo interpella con una parola solenne: “Maestro buono”, subito corretta da Gesù: “Nessuno è buono se non Dio solo”. Concretamente Gesù orienta a dio che ha espresso la sua volontà nel Decalogo.
L’uomo che sta di fronte a Gesù afferma di aver sempre osservato i comandamenti, ma sente il bisogno di qualcosa che vada oltre. Allora il Maestro “fissò la sguardo su di lui, e lo amò”. E’ un dettaglio di toccante tenerezza, esclusivo del vangelo di Marco. Segue la proposta: “una sola cosa ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”.
“Vieni”, “Seguimi” sono due imperativi in drammatico contrasto: ci si deve allontanare da qualcosa per incamminarsi dietro a Qualcuno; Gesù propone al suo interlocutore l’ideale suggestivo e arduo della sequela. Promette Se stesso ed esige una rottura con il presente.
Ma il ricco ha paura dell’ignoto e preferisce ancorarsi al presente; perde l’iniziale entusiasmo e prova una tristezza che lo incupisce e lo allontana. Dalla corsa iniziale all’allontanamento finale: è la vicenda di chi si arricchisce davanti agli uomini e non davanti a Dio.
Le parole di Gesù: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!” (v.24) gettano nella costernazione i discepoli. Ma Gesù non fa sconti. Secondo lo stile orientale l’idea espressa viene sostenuta da un paragone paradossale: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. E’ un’esagerazione voluta per far capire il messaggio.
Se quell’uomo ha fallito, i discepoli hanno lasciato tutto e seguito il maestro. Viene chiesto implicitamente che cosa toccherà loro.
La risposta di Gesù suona inaspettata e profonda: è promessa una ricompensa futura e definitiva, non immediata e provvisoria: la vita eterna, quella che il ricco aveva cercato ma poi rifiutato, quella nella quale è impossibile entrare se si è ricchi.